Spill the tea. Narrazione (parte 1)


Benvenuti amici,
eccoci al secondo appuntamento con SPILL THE TEA, una rubrica adatta a tutti gli scrittori (perché non si finisce mai d’imparare) e anche a coloro che si approcciano per la prima volta al mondo della scrittura.

Narrazione in prima persona


Il tema di oggi sarà: la NARRAZIONE in PRIMA PERSONA.
Insieme andremo a chiarire quando è meglio servirsi di una scrittura in prima persona e perché. Ma procediamo per gradi.

Quali sono i VANTAGGI della scrittura in prima persona?

Sicuramente, il principale è quello di creare una forte carica emotiva nel lettore. Il lettore, di fatto, vede con gli occhi del protagonista e questo fa sì che si crei un legame forte tra i due. Non ci sono flashforward, il lettore vede con gli occhi del protagonista ciò che accade in quel preciso momento. Questo è un punto di forza quando il protagonista è davvero il fulcro intorno a cui ruota tutta la storia, quando si vuole creare suspense (come nel caso di romanzi thriller), ma anche quando si vuole ottenere un effetto di immedesimazione da parte del lettore.

Quali sono le LIMITAZIONI della scrittura in prima persona?

Sicuramente il fatto di doversi limitare a quello che vede e fa il protagonista. Non è possibile, infatti, anticipare eventi del futuro, né scrivere cosa pensano personaggi terzi. È possibile esprimere un giudizio simile dagli occhi del nostro protagonista. Per esempio.

Vedo lo sguardo di Martin adombrarsi per un secondo. Sono quasi certo che anche lui stia pensando all'incidente, dandosi colpe che non ha. Ho provato un milione di volte a rassicurarlo sulla sua innocenza, ma i suoi occhi esprimono il suo tormento.

Non sarebbe stato possibile, invece:

Vedo lo sguardo di Martin adombrarsi per un secondo. Sta pensando all'incidente, dandosi colpe che non ha.

Come fa il nostro protagonista X a sapere cosa pensa Martin per certo?
Per esprimere certi pensieri e fare emergere informazioni che vogliamo far conoscere al lettore, in una narrazione in prima persona bisogna ricorrere dunque a dei sotterfugi. Niente è impossibile, ma bisogna di certo stare attenti a non cadere in questi errori.

È dunque preferibile usare la prima o la terza persona?

Dipende sempre dal tipo di storia che si ha in mente di scrivere. Scegliere la prima o la terza persona determina in maniera assoluta la struttura del romanzo e il modo in cui verrà raccontata tutta la storia.
C’è differenza tra:

La stanza era quasi buia, illuminata solo dai timidi raggi lunari che filtravano tra le tende della finestra. La casa era silenziosa, sintomo che tutti i suoi abitanti stessero già dormendo o rivolgendo i loro sguardi ai soffitti per ripensare alla giornata passata o sognare a occhi aperti prima di cadere in un sonno profondo. Era ciò che Valentina faceva ogni notte, prima di chiudere gli occhi. Immaginare una vita lontana da quel piccolo paese pieno di pregiudizi e malelingue. Sognava di scoprire il mondo e incontrare persone che potessero capirla. 

E:

Sto fissando il soffitto da ormai una manciata di minuti. La mia stanza è al buio, illuminata solo dai raggi lunari che filtrano tra le tende della finestra. La casa è ora silenziosa, probabilmente stanno già dormendo tutti. È l’ora che preferisco, quella in cui posso lasciar correre a briglia sciolta i miei pensieri e immaginare come sarebbe lasciare quest’orribile paese in cui tutti hanno da ridire su tutto e parlano sempre male di chiunque. Vorrei poter lasciare questo posto per sempre e incontrare gente, gente sconosciuta che riesca a capire il mio bisogno di evasione e libertà. 

 Sono entrambi incisivi, ma sono completamente diversi.

E voi? Siete più tipi da prima o da terza persona?
Fateci sapere!

Alla prossima,


Nessun commento