per il sesto episodio con SPILL THE TEA vi parleremo della struttura in tre atti, proposta anticamente da Aristotele ma valida ancora oggi. La conoscete?
La struttura in tre atti
Secondo quanto detto da Aristotele, i romanzi dovrebbero comporsi di tre elementi importantissimi ai fini della storia: un inizio, uno svolgimento e una fine, anche conosciuti come primo, secondo e terzo atto.
I atto: prevede l’introduzione dei personaggi, una sorta di premessa che serve a introdurre il lettore – o lo spettatore, nel caso di una sceneggiatura – all’interno della storia, e in cui si verifica la rottura dell’equilibrio, ovvero la causa scatenante da cui parte l’azione e che sfocia poi nello svolgimento.
II atto: è quello dello scontro e della lotta. Una volta capito il problema da risolvere, bisogna far progredire il protagonista e condurlo a una sorta di vittoria apparente, per poi concludersi in una disfatta o momento critico, che lascia nel lettore/spettatore una velata suspense, che verrà poi risolta solo nel terzo atto.
III atto: si chiude con la risoluzione del conflitto, ovvero lo ristabilimento dell’equilibrio. È qui che tutti i nodi devono venire al pettine, per poi essere risolti – giacché non ci sono altre fasi dopo di questa; il personaggio si rende conto dei propri errori e trova dentro di sé la forza per risolvere il problema e ottenere finalmente successo.
Benché sia una solida struttura narrativa, quella aristotelica dei tre atti è stata spesso una soluzione ampiamente criticata, soprattutto perché definita troppo “meccanica” e “lineare”.
Tuttavia, noi pensiamo che conoscere tale suddivisione sia molto utile, in particolare per chi è neofita nel campo della scrittura e vuole approcciarsi alla penna per la prima volta.
E voi cosa ne pensate?
Alla prossima,
Nessun commento