Bentornati o benvenuti nel nostro Salotto,
nuovo lunedì e nuovo appuntamento con la rubrica "Un divano per tre". Oggi siamo onorate di avere qui sul nostro blog un autore affermato nel panorama italiano, i cui romanzi sono stati pubblicati anche in Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Bulgaria, Serbia, Spagna e Sudamerica. Il suo primo romanzo pubblicato con Sperling & Kupfer è stato definito un caso letterario, siete pronti a scoprire di chi si tratta?
Cari lettori, diamo un caloroso benvenuto a
Diego Galdino!
Diego Galdino
Ciao Diego, siamo davvero felici di ospitarti oggi a “Un divano per tre”.
Ti va di raccontarci qualcosa di te?
In che modo ti sei approcciato al mondo della scrittura?
Ho iniziato a scrivere romanzi molto tardi, anche se da bambino scrivevo delle storie di fantascienza, affascinato da cartoni animati come Goldrake o Mazinga Z, ricordo che la signora Maria, uno dei personaggi de Il primo caffè del mattino, mi cuciva insieme i fogli per farli diventare dei piccoli libri. Mi dispiace tantissimo che siano andati persi. Si può dire che sono diventato lo scrittore di oggi per merito – o colpa – di una ragazza adorabile che a sua volta adorava Rosamunde Pilcher, una scrittrice inglese che di storie d’amore se ne intendeva parecchio. Un giorno lei mi mise in mano un libro e mi disse: «Tieni, questo è il mio romanzo preferito, lo so, forse è un genere che piace più alle donne, ma sono certa che lo apprezzerai, conoscendo il tuo animo sensibile». Il titolo del romanzo era Ritorno a casa e la ragazza aveva pienamente ragione: quel libro mi conquistò a tal punto che nelle settimane a seguire lessi l’opera omnia dell’autrice. Il mio preferito era I cercatori di conchiglie. Scoprii che il sogno più grande di questa ragazza di cui ero perdutamente innamorato era quello di vedere di persona i posti meravigliosi in cui la Pilcher ambientava le sue storie, ma questo non era possibile perché un grave problema fisico le impediva gli spostamenti lunghi. Così, senza pensarci due volte, le proposi: «Andrò io per te, e i miei occhi saranno i tuoi. Farò un sacco di foto e poi te le farò vedere». Qualche giorno più tardi partii alla volta di Londra, con la benedizione della famiglia e la promessa di una camicia di forza al mio ritorno. Fu il viaggio più folle della mia vita e ancora oggi, quando ci ripenso, stento a credere di averlo fatto davvero. Due ore di aereo, sei ore di treno attraverso la Cornovaglia, un’ora di corriera per raggiungere Penzance, una delle ultime cittadine d’Inghilterra, e le mitiche scogliere di Land’s End. Decine di foto al mare, al cielo, alle verdi scogliere, al muschio sulle rocce, al vento, al tramonto, per poi all’alba del giorno dopo riprendere il treno e fare il viaggio a ritroso insieme ai pendolari di tutti i santi d’Inghilterra che andavano a lavorare a Londra. Un giorno soltanto, ma uno di quei giorni che ti cambiano la vita. Tornato a Roma, lasciai come promesso i miei occhi, i miei ricordi, le mie emozioni a quella ragazza e forse le avrei lasciato anche il mio cuore, se lei non si fosse trasferita con la famiglia in un’altra città a causa dei suoi problemi di salute. Non c’incontrammo mai più, ma era lei che mi aveva ispirato quel viaggio e in fin dei conti tutto ciò che letterariamente mi è successo in seguito si può ricondurre alla scintilla che lei aveva acceso in me, la voglia di scrivere una storia d’amore che a differenza della nostra finisse bene.
CE o self-publishing? Perché?
Con
L’ultimo caffè della sera si è concluso il mio rapporto editoriale con il Gruppo Mondadori e per pubblicare
Bosco Bianco con un editore di pari livello avrei dovuto aspettare la primavera del 2020, io invece ero convinto che questa storia meritasse di essere letta il prima possibile a qualsiasi costo, così ho deciso di anticipare i tempi autopubblicandolo, anche se poteva sembrare una scelta azzardata dato il mio curriculum editoriale, anche se ciò poteva significare che questo libro potesse essere acquistato solo online a differenza di tutti quelli precedenti che si trovavano in bella mostra su tutti gli scaffali delle librerie d’Italia.
Raccontaci una tua strana abitudine da scrittore.
La mia strana abitudine è quella di scrivermi su un tovagliolo di carta le idee riguardanti alcune scene del romanzo che sto scrivendo che mi vengono in mente mentre sto dietro al bancone del bar a fare i caffè.
Come scegli il titolo e la cover del tuo romanzo?
In realtà quando lavori con case editrici come quelle del Gruppo Mondadori o straniere, la scelta del titolo e della cover non è appannaggio esclusivo dell'autore, anzi il più delle volte l'autore scopre la cover a scelta già avvenuta. Io sono stato molto fortunato perché tutti i miei libri sia italiani che stranieri hanno avuto sempre delle cover bellissime, in particolare le edizioni bulgare. Anche se la mia preferita resta quella del mio primo romanzo italiano
Il primo caffè del mattino.
Quanto tempo impieghi normalmente a scrivere un romanzo?
Ci metto poco a scrivere una storia, almeno la prima stesura. Forse il mio talento più grande o fortuna è quello d'iniziare a scrivere un libro avendo ben chiara in testa l'intera trama, dalla prima all'ultima scena. Io scrivo di pancia in modo istintivo, senza pensare. Solo per il piacere di scrivere, di raccontare una bella storia. E quando fai una cosa che ti piace il tempo vola. Per questo ci metto poco perché a me scrivere piace tanto.
Quanto sono importanti i social network nel mondo delle pubblicazioni?
Purtroppo o per fortuna, ora tutto è reso più facile o più difficile dai social. Le grandi case editrici hanno bisogno di fare numeri più che le parole e, in un paese in cui non si legge tantissimo, diventa logico ed inevitabile puntare su persone o personaggi che hanno già un seguito di persone molto nutrito. Così quando il libro uscirà le vendite saranno quasi certe, perché basterà che un quarto di quelle persone che seguono sui social quella persona comprino il suo libro per garantire un numero di libri venduti giusto per la casa editrice. Basti pensare che in Italia a volte ci sono blogger che diventano più famose e seguite degli autori di cui recensiscono i libri. Non è normale. Per questo mi verrebbe da dire a chi ha velleità di essere pubblicato da case editrici importanti d’investire sui social, crearsi un nutrito numero di seguaci, così da avere qualche possibilità in più di essere notato e preso in considerazione. Ma io resto uno stupido romantico, che crede ancora nella scrittura, nella meritocrazia e sul fatto che se Dio ti ha dato il dono di creare dal nulla una storia ci sarà un motivo, un fine, per questo dico sempre a chi mi chiede dei consigli è di non smettere mai di credere nei propri sogni e soprattutto di non smettere mai di scrivere, perché solo scrivendo ci potrà essere la possibilità che qualcuno ti legga e cambi la tua vita letteraria, perché se è scritto che ciò debba succedere, in un modo o nell’altro succederà .
Descrivi che scrittore sei con tre aggettivi.
Romantico, sognatore e appassionato.
Cosa hanno di te i tuoi personaggi? Ce n’è uno in cui ti riconosci di più?
C'è molto di me in ogni protagonista dei miei romanzi. A volte si scrive per espiare, per vivere storie che nella realtà puoi solo sognare, per liberarti dalle paure, o per trovare quel coraggio che ti è sempre mancato nei momenti decisivi della tua vita, proiettandolo sui personaggi delle tue storie
Il libro che avresti voluto scrivere e perché.
Il libro che avrei voluto scrivere è
I pilastri della Terra perché ammiro tantissimo la capacità di Ken Follet di scrivere le vicissitudini di tanti personaggi diversi facendole poi confluire tutte nella stessa storia.
Un autore che è fonte di ispirazione per te.
Jane Austen, perché
Persuasione è il romanzo d’amore che maggiormente mi rappresenta come scrittore e come lettore.
Hai nuovi progetti in mente? Ti va di anticiparci qualcosa?
Ho appena firmato il contratto con un nuovo editore e a San Valentino uscirà il mio nuovo romanzo in tutte le librerie.
La nostra intervista finisce qui! Ti ringraziamo per aver partecipato e ti auguriamo buona fortuna per i tuoi progetti futuri.
Diego Galdino (classe 1971) vive a Roma e ogni mattina si alza mentre la città ancora dorme, per aprire il suo Bar dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città .
Con Sperling&Kupfer ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Il primo caffè del mattino (di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici) Mi arrivi come da un sogno, Vorrei che l’amore avesse i tuoi occhi, Ti vedo per la prima volta e L’ultimo caffè della sera. Autore di successo internazionale è tradotto nei paesi di lingua tedesca, in Polonia, Bulgaria, Serbia e nei paesi di lingua spagnola. Bosco Bianco è l’attesissimo romanzo che viene autopubblicato per una scelta di cuore. Un bellissimo atto d’amore e riconoscenza verso i tanti lettori che da sempre lo stimano.
L'appuntamento con l'autore non si è ancora concluso, vi aspettiamo venerdì con l'approfondimento del suo romanzo "Bosco bianco". Stay tuned!
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