La verità è che non ti odio abbastanza di Felicia Kingsley


Bentornati lettori del Salotto,
Inauguriamo la prima settimana di novembre con una nuova super uscita: La verità è che non ti odio abbastanza, il nuovo romanzo di Felicia Kingsley, che noi abbiamo letto in anteprima per voi e, perché, quando Felicia chiama, noi rispondiamo!
Ma bando alle ciance e via con la recensione di Mary.

Titolo: La verità è che non ti odio abbastanza
Autore: Felicia Kingsley
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Contemporary romance
Finale: Autoconclusivo
Pagine: 325
Prezzo: 8,50 (Ebook 5,99)

TRAMA
Lexi è una principessa, non delle favole, ma dell’Upper East Side. La sua vita perfetta da facoltosa ereditiera di un impero finanziario scorre tra feste esclusive e shopping sfrenato nel quartiere più lussuoso di New York. A ventisette anni ha già la certezza di un futuro luminoso, di aver vinto la partita, almeno finché un affascinante sconosciuto non le cambia le carte. Il principe azzurro? No, è Eric Chambers, detective di punta dell’FBI, che sta indagando su una truffa miliardaria in cui è coinvolta la famiglia Sloan, venuto a spodestarla dal suo trono. Tanto attraente quanto ruvido e poco disponibile, Eric la reputa viziata e superficiale, e la tratta con distacco e indifferenza. Tra i due è subito guerra. Con tutti i suoi beni confiscati, Lexi si ritrova in mezzo a una strada da un giorno all’altro, ma lei non ha nessuna intenzione di rimanerci. Anzi! Se Eric le ha tolto tutto, dovrà essere lui ad aiutarla e Lexi non accetterà un no come risposta, almeno finché non sarà riuscita a riabilitare il nome della sua famiglia, anche perché lei sarebbe una preziosa risorsa per le indagini. Riusciranno l’ereditiera che cuoce i toast usando il ferro da stiro e l’integerrimo detective di Brooklyn a collaborare senza scannarsi? O senza… innamorarsi? 


 Recensione

Alexandra Sloan, detta Lexi, è una delle ragazze più ricche dell’Upper East Side. La sua famiglia, infatti, è a capo della Sloan Securities, una società che si occupa di investimenti in borsa, trust, fondi, “tutte cose che non accendono granché il mio interesse” come dice Lexi, ma che fruttano un mucchio di soldi. Nonostante Lexi sia cresciuta nella bambagia, non è una stupida oca senza cervello – insomma, nemmeno Blair Waldorf e Serena Van Der Woodsen lo sono – ma è abituata al lusso sfrenato e non ha paura di usare la sua carta di credito.
Ebbene, non sa che il suo mondo sta per essere rivoltato come un calzino. Dalla filosofia di Blair “Chiunque abbia detto che il denaro non compra la felicità non sapeva dove andare a fare shopping”, è costretta a passare ai negozi di vestiti usati, i discount e… Brooklyn (che è quanto di più scandaloso possa esserci per una miliardaria cresciuta a pane, Birkin e haute couture, a Manhattan). La sera prima del suo ventisettesimo compleanno, infatti, mentre è fuori a cena con il suo ricco fidanzato e le sue migliori amiche, le sue carte di credito smettono di funzionare. Lexi pensa ci sia un problema col sistema, ma la mattina dopo scopre che la società della sua famiglia, in cui lavorano suo padre e suo zio Rafferty, è accusata di frode e di colpo i loro beni vengono congelati e suo padre arrestato (mentre il caro zio se la dà a gambe). A capo dell’indagine c’è Eric Chambers, un detective dell’FBI fighissimo (Matt Boomer di White Collar è stato nei miei pensieri come presta-volto): la sua figaggine è compensata da una freddezza calcolatrice mista a sarcasmo pungente, ma la nostra Lexi non si fa intimidire e, anzi, diventa pane per i suoi denti. Dopo i primi dissidi e pregiudizi reciproci, sarà proprio lui ad aiutarla e insieme cercheranno di capire chi sta dietro alla frode della Sloan.
«Lexi Sloan?», esclama stupito Eric Chambers, torreggiando su di me. È a torso nudo, indossa solo i pantaloni di una tuta e si sta passando un asciugamano tra i capelli umidi.
Vorrei dire qualcosa di sarcastico ma sono ipnotizzata a osservare una goccia che, dal suo orecchio, si fa strada sul suo collo, poi giù sul suo petto fino a che non cade sulla punta del mio naso.
Dannazione! Che sto facendo?!
Scatto in piedi con un balzo, mentre con il dorso della mano asciugo la goccia traditrice. «Proprio io, sì».
«Qui a Red Hook? A cosa devo l’onore?»
«Tu mi hai sbattuto in mezzo alla strada, tu mi ci togli!».
Attente! Vi vedo ancora sbavare per la gocciolina...
Sono i dialoghi, la parte migliore del romanzo. Come sempre, la Kingsley non sbaglia un colpo ed è molto brava a tenere il lettore sulle spine o a stuzzicarlo con una tensione sessuale leggera che si sviluppa pian piano, per poi esplodere in mille fuochi d’artificio.
Inoltre, quasi tutte le conversazioni tra Eric e Lexi sono una battaglia a chi ha l’ultima parola, senza esclusione di colpi. E le cose sono ancora più interessanti poiché i due si ritroveranno a vivere mooolto vicini.
«Cosa fai tu il sabato di solito?»
«Sto cercando di fare conversazione per conoscere il mio vicino…»
«Non siamo vicini e non m’interessa conoscerti».
«Quanto la fai lunga! Be’, il sabato mattina faccio pilates con la mia personal trainer, poi asta da Sotheby’s o Christie’s o, se le previsioni mettono sole, Hamptons».
«Caspita, Lexi, mi hai quasi fatto venire voglia di uscire!».
«Sul serio?»
«No». 
Come dicevo, l’autrice è molto brava a cuocere a fuoco lento i suoi personaggi – e noi lettori – fino a che non siano cotti a puntino.
Il personaggio di Lexi mi ha ricordato in qualche scena quello di Rebecca Bloomwood per la voglia di shopping compulsivo, soprattutto la corsa, all’interno del Bottom Dollar Tree, dell’articolo in saldo perfetto. New York, poi, è protagonista tanto quanto Lexi ed Eric. È presente e i luoghi descritti mi hanno riportato alla mente il periodo in cui ci ho vissuto – sì, io stavo più con i poveri di Brooklyn ovviamente, ma la magia di Manhattan e la sua descrizione, sono molto realistiche!
Eric, poi, è la ciliegina sulla torta. Severo ma giusto, freddo ma non troppo, irritante e irritabile quanto basta, ma con gli addominali giusti per passarci sopra.
Tutta la storia è narrata secondo il punto di vista di Lexi – ho trovato molto azzeccata questa scelta, perché di solito è sbagliato sforzare il doppio pov quando non serve – e vi assicuro che vi innamorerete della sua follia, della sua ingenuità da ricca, e del suo buon cuore.
Se già con Due cuori in affitto la scrittura di Felicia mi aveva conquistata, questo romanzo non fa che riconfermare la sua bravura, la bravura nell’attrarre il lettore pagina dopo pagina e nell’impedirgli di staccare fino a che non si arriva alla fine.
«Anche Lexi è un talento in cucina», commenta Eric. «L’ultima volta che si è messa ai fornelli ha quasi fatto saltare in aria il condominio».
«Eric invece riesce a mettere la cena in tavola con un dito», ribatto io. «Come ordina lui d’asporto non c’è nessuno!».
Vi lascio alla lettura di questo nuovo romanzo, perfetto per questo periodo perché la storia si svolge proprio in questi mesi, quindi ci si sente ancora più trasportati nel libro.
«Odiami, per favore. Lo sai che in fondo è così».
«Posso provarci, ma la verità è che non ti odio abbastanza. E odio non riuscire a odiarti, perché sarebbe molto più facile anche per me».
Se non l’avete ancora fatto, correte in libreria, aggiungete questo libro nei vostri carrelli virtuali o sull’e-reader e leggetelo immediatamente!



Voto: 5



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