[Un tè con le sorelle Brontë] Tempesta e bonaccia di Marchesa Colombi


Buongiorno lettori del blog,
oggi vi presentiamo una nuova lettura, “Tempesta e bonaccia. Romanzo senza eroi” di Marchesa Colombi, edito dalla casa editrice flower-ed. Chiara vi dice cosa ne pensa. Seguitela nella sua recensione.

Titolo: Tempesta e bonaccia. Romanzo senza eroi
Autore: Marchesa Colombi
Editore: flower-ed
Genere: Historical romance
Finale: Autoconclusivo
Pagine: 196
Prezzo: 13,47 (Ebook 0,00)

TRAMA
Nella Milano dell’Ottocento, Fulvia e Massimo intrecciano una tormentata e appassionata storia d’amore. Fulvia è una giovane cantante di talento, in tournée teatrale. Moderna e originale, viaggia da sola ed è circondata da numerosi spasimanti. La presenza nella sua vita di Massimo, avvocato dal carattere ardente, la lontananza e la freddezza di Welfard, suo promesso sposo, e la malattia di un padre adorato ma depositario delle vecchie convenzioni sociali accenderanno in lei un conflitto di difficile risoluzione, che vedrà da un lato le sue aspirazioni personali e artistiche e dall’altro le aspettative esterne. In una società fatta di apparenze e preconcetti, il rapporto tra i sessi sembra trasformarsi in una messinscena che altera l’autenticità dei sentimenti e la naturalezza dell’esistenza. In questa complessità, la Marchesa Colombi accosta abilmente verità e finzione, elementi di vita possibile e scene da romanzo, non mancando di farci conoscere il suo punto di vista.

Recensione

Ci troviamo nella Milano dell'Ottocento. L'avvocato Massimo Guiscardi si innamora dell'artista e cantante di teatro Fulvia Zorra, che lo ricambia. Ma la storia d'amore tra i due sembra impossibile: Fulvia è già legata a un altro, Welfard, maestro di canto e suo promesso sposo. Riusciranno Fulvia e Massimo a coronare il loro sogno d'amore? 
Oh, le artiste! Chi può mai dire se un'artista è una donna come un'altra? Chi sa? Forse è un'avventuriera, forse ha già avuto dieci amanti...
Tre personaggi, tre mondi diversi. Massimo è impetuoso, passionale, forte e virile; Fulvia è sognatrice, idealista, sincera e leale; Welfard è elegante, nobile d'animo ma freddo e distaccato.
Fulvia è attratta dai pregi di entrambi: in Massimo ritrova quell'amore caldo e quella passione che cerca in una storia d'amore, in Gualfardo l'eleganza e la generosità che l'hanno accompagnata sin dalla sua giovinezza.
È davvero innamorata di Massimo o quello che insegue non è altro che il fantasma della sua visione dell'amore?
“A qualunque di noi vi appigliaste, siatene certa, Fulvia, voi fluttuereste sempre fra l'uno e l'altro, in un'alternativa incessante d'aspirazioni e di rimpianti”.
L'aspetto che ho trovato più interessante in questo romanzo è l'alternanza di voci nella narrazione. Al racconto iniziale degli avvenimenti fatto da Massimo, segue il racconto di Fulvia.
Ai due personaggi corrispondono due prospettive, quella maschile e quella femminile. Il lettore può dunque identificarsi con punti di vista differenti. La parte che ho apprezzato di più e che copre buona parte del romanzo è quella in cui l'io narrante coincide con la figura di Fulvia. Con lei viviamo i suoi dubbi, i suoi rimorsi, le sue angosce e le sue paure, il suo costante timore di non essere una donna leale e onesta e di recare, con il suo comportamento, danno agli altri, primi fra tutti il padre e il fidanzato.
Massimo invece non ha remore pur essendo un uomo d'onore e rispettoso. Quando conosce Fulvia ha appena interrotto la sua relazione con una donna sposata, Vittoria, ed è pronto a vivere un amore giovane e libero, senza vincoli e senza rimorsi.
È conquistato dalla lealtà e dalla sincerità di Fulvia, donna non bella ma attraente, artista che si sposta di città in città, sempre circondata da corteggiatori e ammiratori. Una donna all'apparenza molto libera ma legata al padre e al fidanzato, cui deve la sua preparazione musicale e il suo successo.
Giammai avevo provato una simile dolcezza. - Le andavo ripetendo senza posa:- Mi amate, Fulvia? Mi amate?
-Oh, lo vedete bene! Mi rispose evitando i miei occhi che cercavano i suoi.
-Oh, ditelo, Fulvia; ditelo voi!
-Ebbene...sì, mi disse con un filo di voce agitata e commossa.
-Dammi del tu, Fulvia, chiamami Max;
dimmi ancora che mi ami.
Un istante ella alzò gli occhi, che rifulsero un lampo d'amore; e riabbassandoli tosto, mormorò:
-Sì, Max, ti amo!
Si tratta di un romanzo elegante, ben scritto e scorrevole. La lettura è piacevole e il finale sorprendente. Uscito nel 1877, è stato recentemente ripubblicato dalla casa editrice flower-ed nella collana “Scrittrici”, collana dedicata alla scrittura femminile tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. 



Voto: 5



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