[Un tè con le sorelle Brontë] Una donna di classe di Georgette Heyer


Buongiorno lettori,
Questo giovedì a Un tè con le sorelle Brontë vi proponiamo la lettura di un romanzo scritto parecchi anni fa dalla mitica Georgette Heyer, che ha contribuito proprio alla nascita del romance storico. Pronti a immergervi nel passato insieme a Mary? Seguitela nella sua recensione. 

Titolo: Una donna di classe
Autore: Georgette Heyer
Editore: Astoria
Genere: Historical romance
Finale: Autoconclusivo
Pagine: 282
Prezzo: 17,00 (Ebook 8,99)

TRAMA
Annis Wychwood, ventinove anni, è bella, indipendente e pericolosamente nubile. Ricca di suo, può permettersi di vivere da sola a Bath, rifiutando uno dopo l'altro pretendenti che le sembrano noiosissimi e ai quali preferisce una vita autonoma. Un giorno s'imbatte in una giovanissima ereditiera in fuga da un matrimonio che non gradisce, compitamente scortata dal giovane che le viene imposto come marito. L'aspetto inconsueto e assurdo della vicenda non può sfuggire all'incantevole senso dell'umorismo di Annis, né può sfuggirle l'opprimente monotonia nella quale è vissuta sino ad allora Lucilla, la giovane fuggiasca. Decide pertanto di prenderla sotto la sua protezione e di iniziarla alla vita di società grazie ai moderati piaceri che Bath può offrire. Quel che Annis non ha previsto nell'accogliere Lucilla è l'incontro con Oliver Carleton, zio e tutore della ragazza, scortese, brusco, sincero, intollerabile e irresistibile. Gli scambi e i battibecchi tra i due costituiscono uno degli aspetti più divertenti del romanzo: l'indipendenza dell'una si scontra con l'assenza di galateo dell'altro, ed entrambi saranno costretti a riflettere sul fatto che forse l'amore è tenersi testa.

Recensione

Oggi sono felice di parlarvi di un romanzo che ho avuto il piacere di leggere in questo periodo. La storia è ben descritta nella trama, perciò non mi dilungherò molto sulla sua descrizione. Vi dirò solo che la protagonista, Annis Wychwood, è una donna dal carattere forte, una donna che non vuole piegarsi al volere di una società che le va stretta e che è più che felice di non aver dovuto sposare un uomo che non ama grazie al potere economico della propria famiglia. Gode di un’ottima reputazione e ciò le consente di trasferirsi da sola a Bath, con sua cugina Maria a farle da chaperon, un personaggio su cui mi soffermerò in seguito. Sulla via per Bath incontra una fanciulla che non aveva mai visto prima e che sta fuggendo dalla propria famiglia; essendo giovane e ben educata – ed essendo Annis un’amante dell’avventura – decide di prendere la giovane ragazza, Lucilla, con sé. Scoprirà che costei non è altri che la nipote di Oliver Carleton (che è anche il suo tutore, dal momento che i genitori della ragazza sono morti), noto libertino non molto amato dai nobili che la circondano, men che meno da suo fratello.
Negli occhi di lei si accese una risata; rispose tuttavia con perfetta gravità: “Non so dirvi perché, ma lo avevo immaginato! Esiste qualcuno che vi piaccia, signor Carleton?”.
“Sì, voi” rispose lui schiettamente.
“Io?” boccheggiò Annis, del tutto sbalordita.
Lui annuì. “Sì, ma del tutto contro la mia volontà.”
Non appena Oliver verrà a sapere che sua nipote si trova in casa di una sconosciuta, non potrà che optare per recarsi immediatamente a Bath e gli incontri con la signorina Wychwood non potranno che strapparvi più di un sorriso. Tra i due c’è un astio incontrollabile e implacabile, che non fanno altro che dimostrarsi a parole. Nonostante questo, Oliver è affascinato dalla bella creatura che ha di fronte, una donna dall’aspetto splendido sì, ma anche senza peli sulla lingua. Più di tutto, sembra ammaliato dal modo in cui lei gli si rivolge, senza dargliela vinta e senza gettarsi ai suoi piedi. 
Lo sguardo di lei, stupito, corse al suo volto, ma subito tornò ad abbassarsi. Profondamente turbata, lei si volse, poiché non era possibile fraintendere lo splendore negli occhi duri di Carleton. Il signor Oliver Carleton, quel notorio libertino, nutriva uno strano, inspiegabile capriccio per una signora nubile, non più molto giovane, che non era davvero una ragazza perduta ma una gentildonna di non poca importanza sociale e di indiscutibile virtù.  
Annis, invece, si trova davanti un uomo diverso rispetto a quanto si era immaginato. Pensava di avere a che fare con un uomo spregevole, invece si ritrova ad apprezzare il suo modo di fare, talvolta irriverente, ma pur sempre schietto e sincero. Insomma, non ci troviamo di fronte a un libertino dal cuore di pietra, quanto a un uomo piacevolmente colpito dalle sensazioni turbolenti che gli incontri con questa donna gli provocano. 
“Dovremmo dunque sposarci?”
“S’intende! Non immaginate, mi auguro, che io intenda offrirvi di diventare la mia amante?”
A quelle parole lei rise. “Non mi sorprenderebbe se lo faceste: siete davvero abominevole!”
Nonostante gli anni, lo stile della Heyer risulta molto attuale e piacevole. Non ci sono descrizioni lunghe e noiose, i dialoghi sono accattivanti e di certo l’autrice sa come aggirare i comportamenti che all’epoca erano considerati sconvenienti. I personaggi sono uno spasso: Annis è una donna piuttosto moderna, che preferisce rimanere sola piuttosto che sposarsi per omologarsi alle donne della sua età: usa la testa, sa quello che vuole e sa anche come non cedere alle false lusinghe degli uomini. Insomma, è l’emblema dell’emancipazione femminile. Oliver è lievemente meno approfondito, ma i pochi elementi presenti nel libro lo tratteggiano egregiamente: ha sempre ottenuto ciò che voleva, incluse le donne, sa benissimo di avere vissuto nell’immoralità, ma qualcosa in lui cambia e lo spinge a redimersi, benché il suo piglio malizioso perduri per tutto il romanzo. Maria, invece, è un personaggio secondario adorabilmente detestabile e non fa che parlare e parlare anche quando non ci sarebbe niente da dire: ogni volta che c’era lei in qualche scena, non la smettevo di ridere!
Consigliato a chi ama i romance storici: la Heyer vi conquisterà!



Voto: 5



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