Buongiorno lettori del Salotto,
oggi Fede partecipa al Review Party del nuovo libro di Christina Mikaelson: La sindrome di Didone: Tracotanza, primo volume dell'omonima serie. Volete conoscere la sua opinione su questo young adult? Allora, continuate a leggere!
oggi Fede partecipa al Review Party del nuovo libro di Christina Mikaelson: La sindrome di Didone: Tracotanza, primo volume dell'omonima serie. Volete conoscere la sua opinione su questo young adult? Allora, continuate a leggere!
Autore: Christina Mikaelson
Serie: La sindrome di Didone #1
Editore: Self publishing
Genere: Young adult, Romance
Finale: Non autoconclusivo
Pagine: 413
Prezzo: 14.90 (Ebook 2,99)
TRAMA
Roma 2006.
Cosa faresti se dovessi fingere di essere fidanzata col ragazzo che odi per conquistare quello che ti
piace?
Caterina Farnesi frequenta l’ultimo anno del liceo classico. È una ragazza spigolosa, saccente e
altezzosa che non vuol perdere tempo dietro ai ragazzi o ad altro che potrebbe distoglierla dal suo
adorato studio. Purtroppo ha una cotta per il suo migliore amico Leonardo, a sua volta fidanzato con
Beatrice, compagna di banco di Caterina.
Una mattina, Cat scopre un segreto scottante sul ragazzo che odia: il popolarissimo e irriverente
rappresentante d’Istituto Adriano Greco. Lui è tutto ciò che lei detesta e approfitterà di questa
occasione per ricattarlo e chiedergli di fingersi il suo ragazzo per fare ingelosire Leonardo. Ma cosa
succederebbe se la finzione si mischiasse con la realtà e Caterina si rendesse conto che Adriano non
è così terribile come credeva?
Cosa faresti se dovessi fingere di essere fidanzata col ragazzo che odi per conquistare quello che ti
piace?
Caterina Farnesi frequenta l’ultimo anno del liceo classico. È una ragazza spigolosa, saccente e
altezzosa che non vuol perdere tempo dietro ai ragazzi o ad altro che potrebbe distoglierla dal suo
adorato studio. Purtroppo ha una cotta per il suo migliore amico Leonardo, a sua volta fidanzato con
Beatrice, compagna di banco di Caterina.
Una mattina, Cat scopre un segreto scottante sul ragazzo che odia: il popolarissimo e irriverente
rappresentante d’Istituto Adriano Greco. Lui è tutto ciò che lei detesta e approfitterà di questa
occasione per ricattarlo e chiedergli di fingersi il suo ragazzo per fare ingelosire Leonardo. Ma cosa
succederebbe se la finzione si mischiasse con la realtà e Caterina si rendesse conto che Adriano non
è così terribile come credeva?
Recensione
Cari lettori, oggi voglio parlarvi di un titolo che mi ha molto colpita. La sindrome di Didone: Tracotanza, il primo volume della serie, in cui l’autrice ci racconta le vicende di Caterina, Adriano e Leonardo. Non conoscevo la storia, nonostante fosse stata pubblicata su Wattpad, ma leggendo la trama è stato amore a prima “lettura”. Sarà stata l’atmosfera liceale, la città di Roma, o il piccolo estratto che mi ha fatta propendere subito per dire di sì e buttarmi a capofitto in questa storia che non ha per niente deluso le mie aspettative.
Parto col dirvi che la mia attenzione è stata subito catturata dal prologo, un inno alle “lingue dimenticate persino da Dio”, ai grandi protagonisti della letteratura latina e greca, parole che per una classicista come me, sono state come la nutella su una fetta di pane: la perfezione.
Se le avessero chiesto chi per lei incarnasse alla perfezione il termine greco ὕβϱις, la cui corretta traduzione in italiano era tracotanza, avrebbe indicato Adriano. Bastava quell’unica parola per racchiudere tutti quegli atteggiamenti di superbia, presunzione e supponenza tipici di lui. Forse era per questo motivo che, quando le capitava di incontrarla in una versione di greco, le veniva in mente sempre il ragazzo.«Quando Dio distribuiva cuori tu eri in fila per l’autografo di Totti, vero?» si lasciò scappare Caterina, non potendo resistere alla tentazione di sbeffeggiarlo.
Caterina Farnesi è una studentessa del liceo classico, una ragazza intelligente, dedita allo studio e amante delle tragedie greche. È una ragazza orgogliosa, intraprendente e con un carattere forte. Tuttavia, ha un punto debole che risponde al nome di Leonardo, il suo migliore amico e fidanzato di con Beatrice, la compagna di banco di Caterina.
Ho sposato sin da subito le idee della protagonista che il prologo ci illustra benissimo, poi però, è entrato in gioco Adriano e tutto è cambiato.
Adriano Greco è il rappresentante d’Istituto, alto, biondo, occhi troppo azzurri, l’unico essere umano che Cat odia profondamente. A prima vista è il classico ragazzo bello e popolare, amato da tutta la scuola e al quale tutto era concesso. In realtà , Adriano nasconde il vero sé stesso al mondo che lo etichetta come l’opposto di quello che è davvero, perché lui ci mostra solo quello che vuole. L’autrice è molto brava a renderlo un personaggio misterioso, intrigante, sexy, infatti è il personaggio che più ha conquistato il mio cuore. Sì, in questa recensione sarò molto di parte e urlerò il mio amore sconfinato per Adriano Greco, nonostante i difetti che anche lui ha.
Non credete che i personaggi di questa storia siano perfetti, anzi… a volte vi verrà in mente di voler lanciare il kindle dalla finestra o di gridare ai personaggi di non soffermarsi all’apparenza ma di scavare più a fondo e portare alla luce i loro veri sentimenti e le parole che non hanno il coraggio di esprimere.
Caterina era solo un capriccio, una distrazione, una sfida da vincere, una scommessa fatta contro se stesso. Nient’altro. Eppure, quando stava con lei, si rendeva conto di non aver mai desiderato così tanto l’approvazione di qualcuno. Nessun’altra gli faceva perdere il controllo o lo contestava su ogni cosa mettendo in dubbio la sua parola. Qualcosa in lei lo attraeva come una calamita, e più lo rifiutava, più lo disprezzava, più sentiva il bisogno disperato di conquistarla. Ne era attratto e allo stesso tempo ne aveva timore.
In tutto questo, che fine ha fatto Leonardo? Anche lui è un personaggio fondamentale della storia e vi consiglio di non sottovalutarlo, poiché potreste pentirvene!
Adriano aveva paura di quello che potevano vedere dentro di lui. Era un libro con una bellissima e appariscente copertina che riusciva a incantare tutti, ma non consentiva a nessuno di leggerne l’interno. Il motivo per cui Cat l’aveva capito era semplice: erano simili. Senza piedistalli non riuscivano a stare in piedi. La cosa di cui avevano più paura erano loro stessi. Ma se erano simili, avrebbero dovuto proteggersi a vicenda, non farsi la guerra. Se erano simili, avrebbero dovuto avere paura degli altri, non l’uno dell’altra.
Premetto che io e i romanzi young adult abbiamo un rapporto di amore e odio e quasi sempre preferisco leggere altri generi, ma La sindrome di Didone: Tracotanza lo rileggerei volentieri. È un romanzo che mi ha riportata indietro al liceo, alla spensieratezza di quegli anni, al ricordo delle amicizie adolescenziali che porterò sempre nel cuore. L’autrice, con la sua scrittura fluida, coinvolgente e dettagliata, riesce a trasportare il lettore all’interno della storia e a fargli vivere indirettamente le emozioni dei personaggi.
La storia è narrata in terza persona e questo ci permette di spiare più personaggi rispetto alla prima persona e questa, a mio parere, è stata una scelta giustissima. Il lettore ha bisogno di conoscere non solo i protagonisti ma anche gli altri personaggi perché tutti hanno un ruolo fondamentale in quello che accade man mano che scorrono i capitoli. Fondamentali sono i vari flashback che l’autrice usa per spiegare molte vicende che altrimenti non sarebbero apprezzate nel modo giusto. Insomma, tutto ha un suo perché in questo romanzo, nulla è lasciato al caso e sono sicura che ci saranno ancora molti segreti nascosti che non vedo l’ora di scoprire!
Ormai non era più questione di fingere, era chiaro come il sole che l’idea di baciarlo non le faceva per niente schifo, così come era evidente che fosse attratta fisicamente da lui. La verità era che non voleva perdere, e, resistendo, avrebbe allo stesso tempo continuato a tenere acceso l’interesse di Adriano. Un gioco sadico al quale nessuno dei due voleva mettere fine. Quasi fosse più eccitante rincorrersi, perdersi e mai trovarsi, in attesa del momento in cui sarebbero stati costretti ad afferrarsi con le unghie e con i denti. Quel momento in cui sarebbero arrivati al limite e scoppiare sarebbe stato inevitabile: non una cosa voluta, non pianificata, ma necessaria per la loro stessa esistenza. Alimentavano la miccia solo per farla esplodere con più violenza, e questo andava a discapito di entrambi, ma la voglia di vedere quell’esplosione aveva accecato ogni cosa. Perché spegnere subito la fiamma, quando potrebbe continuare a bruciare? Il fascino del non sapere che tipo di esplosione sarebbe stata, che impatto avrebbe avuto nelle loro vite, aumentava la sete attuale.
Unica pecca: il finale. Non sono una fan dei cliffhanger, a meno che il sequel non sia già tra le mie mani. Forse, io avrei cambiato qualcosina ma parlando con l’autrice, ho capito che è stata un po’ una scelta obbligata perché questa storia era pensata per essere unica ed essendo diventata una trilogia bisognava necessariamente spezzarla. Ciò non toglie che il finale vi farà rimanere con il fiato sospeso e attendere con ansia il volume successivo!
Se non fosse ancora chiaro, la morale della mia recensione è che dovete assolutamente leggere questo romanzo per tutti i motivi che vi ho elencato sopra e perché se siete amanti dello slow-burn, degli intrighi d’amore che avvengono al liceo e delle lingue morte (latino e greco antico), ci andrete a nozze!
Alla prossima recensione!
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