Tea, cookies &... L’amazzone e il vichingo


Buongiorno lettori del Salotto e buon venerdì,
continuiamo a parlare di Deborah Begali nel nostro appuntamento con Tea, cookies &… Dopo l'intervista del martedì (cliccate qui), andiamo a scoprire il suo historical romance dalle sfumature fantasy L'amazzone e il vichingo. Continuate a leggere per saperne di più!

IL ROMANZO - A tu per tu con Deborah Begali

Ho pensato di irrigidire al massimo la divisione tra generi immaginando una terra solamente in mano agli uomini, incapaci di amare e di generare figli. Le donne sono poche e combattono con sotterfugi per sopravvivere, anche se non sembra esserci più speranza. È una mia personale interpretazione della lotta tra i sessi.

Titolo: Lamazzone e il vichingo
Autore: Deborah Begali
Editore: Self publishing
Genere: Historical romance/Fantasy
Pagine: 292
Prezzo: 11,90 (Ebook 2,99)

TRAMA
"Morrigan capì cosa sarebbe accaduto solo quando il vichingo si avvicinò a lei, le prese la spalla, le strappò via la manica e le racchiuse il bicipite dentro un grosso anello dorato. Lei si dimenò, tentò di opporsi, ma erano in due a tenerla ferma e ben presto il suo aguzzino palesò le proprie intenzioni mostrandole un grosso arnese di ferro arroventato che sarebbe servito per fondere la chiusura del bracciale. In questo modo ella sarebbe divenuta ufficialmente loro prigioniera. Il vichingo schiacciò il grosso forcipe di ferro nella direzione della pelle della spalla, il metallo dell'anello divenne molle, i bordi si fusero e Morrigan iniziò poco dopo ad avvertire l'ustione. Urlò chiamando ancora una volta a gran voce la sorella maggiore."

Vichinghi e amazzoni, gli uni contro le altre per accaparrarsi la Valle mentre la Nebbia incombe Oltreconfine. Cristen, re dei vichinghi, e Morrigan, sorella maggiore delle amazzoni, si sfidano per accaparrarsi il destino del mondo in una terra dominata dal maschilismo. Le persecuzioni messe in atto dagli uomini decimano la popolazione femminile e la specie ormai è a rischio: l'amore tra uomo e donna è solo retaggio di un passato antico. Possono due nemici giurati sovvertire l'ordine delle cose? Potrebbero Morrigan e Cristen amarsi nonostante la guerra e le persecuzioni? E se, tra loro, le consuetudini dei popoli non sortissero alcun effetto?

Questo volume, nonostante possa essere letto come fosse un'opera autoconclusiva, avrà un seguito.

Le amazzoni dell’Abbazia avevano vissuto per circa vent’anni in una struttura di pietra grigia costellata di mer-lature e guglie. Morrigan c’era arrivata da piccola, assieme a Bethesda e a una piccolissima Amarantha. Il regno della sorella maggiore Bethesda era iniziato quando gli abitanti della Valle avevano pensato fosse una buona idea dare una casa alle amazzoni erranti, guerriere che girovagavano al soldo del miglior offerente. Erano nient’altro che mercena-rie, che combattevano in cambio di protezione e che racco-glievano le bambine vagabonde.
I signori dell’Abbazia s’erano estinti a causa di un’epidemia di tifo e la Valle era rimasta senza protezione e sotto l’attacco della Nebbia per troppo tempo. Morrigan, Bethesda e le altre sorelle maggiori che allora le accudivano avevano trovato una casa nell’Abbazia e avevano contra-stato la Nebbia e gli Scuri fino all’arrivo dei vichinghi. Era-no stati vent’anni di pace che ora sarebbero rimasti unica-mente nei ricordi di Morrigan, divenuta sorella maggiore delle amazzoni dopo la caduta di Bethesda.




I PROTAGONISTI

Cristen è il re dei vichinghi, è stato forgiato da convinzioni erronee sulla necessità di conquistare il mondo. Non sa bene perché lo deve fare, sa solo che deve farlo. Sul suo cammino incontra la ragionevolezza e integrità di Morrigan che vuole salvare sé stessa e le altre donne rimaste. Ella pone continuamente a Cristen dubbi sul bisogno di distruggere il loro mondo, allo stesso tempo è costretta a mentire per poter sperare di veder nascere un altro giorno per sé e per le proprie sorelle.

«Il mio nome è Morrigan, e qualsiasi cosa tu farai di me io sarò sempre un’amazzone.»
«Morrigan konigten vik» disse lui.
Lei non comprese.
Cristen dunque tornò ad armeggiare con qualcosa all’interno delle cassapanche e ne trasse un arnese che emetteva un inquietante clangore. Tornò da lei, le lanciò uno sguardo di sfida – che forse conteneva anche una certa dose di malizia – e strinse meglio le catene tra le mani. Poi si fece talmente vicino al suo volto che Morrigan poté udirne il respiro freddo e frettoloso.
Cristen s’abbassò, s’inginocchiò quasi. Le sollevò la veste candida.
Lei temette che l’avrebbe scoperta fino alla vita. Così non fece. Le afferrò il piede destro, armeggiò con la catena e la chiuse attorno alla caviglia. Poi s’alzò e gettò la chiave lontano, nei pressi dell’uscita. […] «Non sarò tua stanotte, né mai» disse lei con fervore. Ma deglutì una volta di troppo, ed era chiaro che cercava di dominarsi quanto più possibile.
«Sei mia per diritto di conquista, che tu possa diventare mia anche nella notte è solo questione di tempo. In ogni ca-so, non puoi dormire lì, amazzone. Presto farà molto fred-do, più di altre notti.»

I LUOGHI 

L’ambiente è caratterizzato da due zone ben distinte. La prima è la Valle dove le amazzoni sono rimaste per diversi anni senza recar disturbo a nessuno. L’ho immaginata visitando le nostre dolomiti, un patrimonio spesso sottovalutato. La seconda è il Tism, un punto caldo oltre il confine con la Valle caratterizzato da vulcani e gayser. Qui l’ispirazione viene da diversi viaggi che ho compiuto in giro per l’Europa alla scoperta di gallerie vulcaniche e solfatare.

Cristen non la voleva lasciar andare e la prese per il braccio. Le toccò qualcosa di rigido attorno al polso.
Le strattonò la manica per vedere cosa fosse: fu istintivo, non sapeva nemmeno cosa stava facendo. Scoprì il braccia-le nero della Nebbia.
«Già. Tu sei questa. Sei colei che fa un patto di morte pur di sfuggire da me. Hai tolto il bracciale dei vichinghi e hai tenuto quello della Nebbia, nonostante quest’ultima sia scomparsa senza lasciarti alcuna compensazione.»
Se solo avesse saputo. Se solo avesse osato immaginare cos’era stato per lei quel fardello da portare, quale prova da dover superare!
«Il bracciale della Nebbia è infrangibile, non può essere tolto» si giustificò. Poi si divincolò e si massaggiò il polso. «Addio, Cristen, ti vedrò sorgere all’alba come re del mon-do. Non avrai nient’altro da me.»


Anche quest'appuntamento finisce qui, diteci la vostra opinione qua sotto nei commenti o scrivendoci sul nostro profilo Instagram @ilsalottodimaryefede in cui siamo sempre attive.

A lunedì con le nuove uscite settimanali!




Nessun commento