Tea, cookies &... L’amore al tempo della musica


Buon venerdì lettori del salotto,
oggi nel consueto appuntamento con Tea, cookies &… parleremo del romanzo di Giulia Esse che è stata nostra ospite nell'intervista del martedì (qui per leggere le sue risposte). L’amore al tempo della musica è un historical romance ambientato nella Venezia del 1797 di cui Chiara vi ha già parlato nella sua recensione (se volete leggerla cliccate qui). Siete pronti a scoprirne di più?

IL ROMANZO - A tu per tu con Giulia Esse

Dopo un viaggio a Venezia ho capito che avrei dovuto scrivere un romanzo storico che riguardasse la città lagunare. Quando penso a Venezia mi vengono sempre in mente Casanova e il Carnevale, al culmine del suo splendore. Allora, mi sono chiesta come potesse apparire una Venezia in declino, come nell’anno della sua caduta. Da qui sono venuti fuori i vari personaggi, strettamente collegati con l’arco narrativo della città.

Titolo: Lamore al tempo della musica
Autore: Giulia Esse
Editore: Io me lo leggo
Genere: Historical romance
Finale: Autoconclusivo
Pagine: 299
Prezzo: 16,50 (Ebook 0,99)

TRAMA
Venezia 1797. Napoleone Bonaparte è ormai alle porte della Serenissima: dopo tanti colpi e sventure, presto la Repubblica cadrà. Insieme all’orgoglio della città deve piegarsi anche quello di Anna, giovane sposa costretta dai debiti del marito a trasferirsi nella casa dello zio di lui, Fosco Alvise Candiani, il più acclamato compositore di Venezia. Abbandonata in una casa ostile, strappata ai suoi affetti e a tutto ciò che conosceva, Anna si aggrappa all'unica cosa che le resta: il suo sogno di diventare violinista. Per farlo, è pronta ad assumere l’identità del marito, di cui nessuno ha più visto il volto fin da quando era ragazzo. Nei panni di un uomo, Anna trova la libertà che ha sempre bramato, ma rischia di perdere se stessa. E gli occhi severi di Fosco, l’uomo che sembra la sua perfetta antitesi, sono pronti a ricordarglielo in ogni momento. Echi di concerti, clangore di spade e pettegolezzi sussurrati corrono tra le rughe e le calli, ma tra i mille specchi di Venezia si cela la domanda più importante di tutte: è più giusto vivere secondo coscienza, o secondo reputazione?

«Io non credo all’uomo abbandonato alla sola gelida ragione» aggiunse Anna con voce perentoria.
«Mi credete arido?» domandò Fosco che si voltò di tre quarti solo per guardarla e afferrare una risposta proveniente più dai suoi occhi che non dalle sue labbra.
Anna studiò il suo profilo: a quell’ora della notte, in attesa dell’alba, potevano essere scambiati per fantasmi incastrati in un limbo senza alcuna via d’uscita. E proprio come un miasma si allontanò dal pianoforte perché si invertissero i ruoli e fosse ora lei a dargli le spalle: «La vostra musica decanta tutt’altro. Lo avete detto voi, gli uomini possono essere tutto ciò che vogliono.»



I PROTAGONISTI

Anna è una giovane donna che ha sempre sognato di poter suonare, non nei salotti, ma nelle orchestre.
Dopo aver sposato un giovane e aitante musicista, viene a scoprire che il marito è indebitato al punto da dover lasciare Vienna per trasferirsi a Venezia, dove vive lo zio di lui, Fosco, in realtà poco incline ad accoglierli per via dei trascorsi del nipote.
Anna viene abbandonata dal marito nella casa di Fosco, ed è costretta a convivere con una personalità egocentrica, vanesia e indisponente nei suoi confronti.
Dunque, non avendo mezzi per tornare a Vienna da sola, decide di diventare indipendente. E lo fa interpretando la parte di suo marito.
Ebbene, sì, non solo si veste da uomo, ma gira per i salotti veneziani professandosi come il nipote del compositore più acclamato di Venezia. Almeno finché Fosco non verrà a saperlo.
In principio, Anna crede che essere un uomo la renderà libera dal ruolo marginale che la donna interpreta in società, ma grazie a Fosco capirà che essere donna non è per forza una gabbia.

Fosco è un acclamato compositore veneziano, ama follemente se stesso, la sua musica, i salotti e, soprattutto, Venezia. Niente è come la città in cui è vissuto, e quando arriverà Napoleone, Fosco affronterà un momento di crisi.
Prima ancora di questo evento, Fosco dovrà confrontarsi con la forte e intraprendente personalità di Anna, che lo costringerà a mettersi davanti a uno specchio.
Infatti, Fosco ha sempre vissuto seguendo la reputazione, anziché la propria coscienza, e questo lo ha condotto ad essere cieco, sia nei confronti dello scapestrato nipote, sia nei confronti dei suoi allievi.
Così come lui aiuterà Anna a capire quanto le donne abbiano valore, lei lo aiuterà a capire cosa significa amare gli altri, a dispetto delle regole sociali e delle ipocrisie dei salotti.

Anna suonava, ma senza prestare attenzione allo spartito. Le ciocche di capelli miele le scivolavano sulle guance, sciolte dal precedente intreccio, per esaltare il collo e il mento alto. Non leggeva. Perché non seguiva lo spartito? Con quegli occhi trepidanti di fuoco che teneva fissi sulla tastiera, creando a memoria note che di tanto in tanto errava o correggeva senza rendersene conto. Conosceva ciò che stava suonando e lo riformava, ma era ben diverso dal lavoro che lui stesso compiva. Fosco non ebbe dubbi, quella ragazza non sapeva leggere la musica e suonava ad orecchio. Che terribile insulto alla musica.


I LUOGHI

Vienna e Venezia sono fondamentali.
La prima porta con sé gli echi di Mozart e Salieri, città dorata in cui Anna, la protagonista, cresce all’ombra di abilissimi musicisti.
La seconda rappresenta per lei se stessa: una doppia identità. Infatti, Venezia si trova perennemente a contatto con il proprio riflesso, si specchia sempre, non può fuggire da se stessa.
Anna, allo stesso modo, si vede costretta a sdoppiarsi pur di essere indipendente. Di giorno uomo, nel ruolo del marito che l’ha abbandonata e di cui nessuno ricorda il volto, di notte donna, alla ricerca del proprio valore.
Venezia, però, è anche la città che incarna Fosco nella sua vanità, nel suo costante riflesso. Fosco vive grazie alla città lagunare, la musica che compone si respira tra le rughe e le calli, ma quando sopraggiunge Napoleone, anche Venezia sembra crollare.

Fosco se ne stava affacciato alla finestra di casa Marin ad osservare il Canal Grande, il salotto traboccante di risate alle spalle. L’acqua notturna catturava il cielo e le stelle. Nessuna città era come Venezia, la sua Venezia: quella Venezia dai sorrisi nascosti, dalle risate scomposte, dai tristi rancori e dagli occhi taciturni. Fosco era simile alla sua amata città doppia, colma di ombre tinteggiate di luci speculari, di dolori sepolti nelle acque e di profumi che salivano disturbanti alle narici. Tante volte Venezia era stata bella, così tante da non poterle contare, mai quanto quella sera.

Arrivati alla fine di questo episodio, l’autrice ci ha fatto conoscere qualche dettaglio in più su questo romanzo storico. Voi l’avete letto o lo leggerete? Scrivetecelo nei commenti o sul nostro profilo Instagram @ilsalottodimaryefede in cui siamo sempre attive.

Appuntamento a lunedì!




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